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- Video per le onlus: ingaggiare rompendo gli stereotipi
Il video è il formato comunicativo prediletto dalle onlus perchè veicola emozioni con potenza permettendo di tessere una rete di aiuti e costituire una community solidale.
Già in questo articolo vi avevamo raccontato di come la comunicazione video sia la scelta più efficace per le aziende, ma oggi ci chiediamo: quali sono i video che funzionano di più nel sociale? Quali sono i sentimenti su cui fare leva?
Emozionare oltre gli stereotipi: la nuova comunicazione sociale
Un bambino con gli indumenti sgualciti, i suoi occhi magnetici che guardano dritto in camera. Una rigogliosa foresta ingrigita dalla cenere e dalle fiamme che la devastano, gli animali che la popolano in preda ad una fuga disperata. Un soldato sanguinante che stringe a sè un bambino sporco di polvere.
Queste sono le immagini cui spesso ricorre la comunicazione sociale per incoraggiare le donazioni. Uno storytelling realistico basato sul registro emotivo della paura, della commozione, della disperazione volte a innescare un’azione. Una sorta di “comfort zone” comunicativa a cui però forse, nel 2022, i fruitori si sono un po’ abituati.
Oggi alcune case histories dimostrano che si possono esplorare nuovi terreni emozionali rompendo gli stereotipi sulla solidarietà, usando una empatia diversa e più coinvolgente per un utente comunicativamente più maturo. Puntando al sentimento e non solo al sentimentalismo.
Ingaggiare con video oltre la comfort zone comunicativa del sociale
In un video per una ONP, la call to action impegnata non può certo mancare, ma prima si può ingaggiare il potenziale donatore in modo diverso, facendo leva proprio sull’emozione opposta alla tristezza: la risata. È uno strumento che per natura crea unione, empatia, complicità, e soprattutto determina tassi di engagement positivi.
Un’organizzazione umanitaria che ha scelto questo modello comunicativo è, per esempio, Action Aid, i cui video hanno ottenuto, in termini di pubblico, risultati incoraggianti. Ci sono quelli in collaborazione con i The Jackals, come questo con picchi di 800k di views, che puntano ad un’ironia pungente, inglese, tragicomica, oppure quelli prodotti con lo YouTuber Cane Secco che mettono in contrasto il TOV informativo e documentaristico della narrazione visuale con lo slang giovanile con cui sono scritti i sottitoli (eccolo qui).
Contenuti divertenti, che intrattengono e tengono incollati allo schermo fino alla fine, ma che in fondo sono taglienti, come è giusto che sia trattando queste tematiche.
La YellowVision sulla comunicazione sociale
Si sarà capito da che parte stiamo noi, e da che parte abbiamo iniziato a orientare le nostre prime produzioni per il sociale, come il web spot per la no profit PensiamocInsieme APS, a cui potete dare un’occhio qui.
Per ora, facendo del bene, abbiamo avuto modo di realizzare la nostra YellowVision, ma c’è ancora un dato che esprime criticità nelle attività delle onlus: “solo il 39% delle ONP riesce a mantenere in maniera solida e continuativa la partecipazione di chi ha già aderito ad un’iniziativa solidale, come ad esempio una donazione” (fonte web-coaching.it).
E quale miglior modo per creare un legame continuativo nel tempo con il donatore se non con una web serie? Una sfida e una prospettiva, insieme alla rottura degli stereotipi sulla solidarietà, in cui crediamo.
di Matilde Vitale